Benijo 20 dicembre 2024
La passeggiata mattutina con Paco e conosco Carlos !
Un saluto, due parole e arriva subito il gentile invito a prendere un caffè. Quello che mi colpisce subito è la leggerezza delle parole nonostante si parli della fatica che la famiglia ha passato nel costruirsi la casa in cui abitano. L’accoglienza e l’invito a chiedere se avessi bisogno di qualcosa non arriva solo da lui. La solidarietà delle persone che abitano qui è quasi un eredità che hanno avuto dai loro antenati.
Nella parte bassa del centro abitativo c’è una zona adibita con una porta di calcio fatta in casa e due mini giochi per i più piccoli. Quando ho chiesto a molte persone quale sarebbe la prima cosa che migliorerebbero qui la risposta è sempre stata “qualcosa di più per i nostri ragazzi”.
Beh… io ci provo a raccogliere qualche soldo per una porta e un canestro anche perchè il Barrio sento che mi accolto, mi ha abbracciato e la semplicità di queste persone è meravigliosa.
Nella foto Carlos
I 1300 abitanti del Barrio Nuevo hanno vissuto un cambiamento importante in questi ultimi 5o anni ma la solidarietà e l’accoglienza non è cambiata. In questo quartiere dove il tenore di vita è mediamente basso, i valori umani sono ben presenti ed è bellissimo vedere come le persone condividono una panchina per una chiacchierata, parlano alla finestra con chi si ferma per un saluto, si ritrovano in un mini parco giochi dove ci sarebbe bisogno di qualche struttura in più per i ragazzi del quartiere o semplicemente si fermano a guardare la città e l’oceano. Gesti semplici ma veri, sentiti, vissuti.
Riporto alcune testimonianze fonte “Diario de avisos el espanol“.
Eladio Martín Mesa, residente a Cueva Roja, descrive com’era prima la zona dove vive attualmente e sottolinea che il cambiamento è stato molto grande: “Quando sono arrivato qui era Finca del Gato e posso anche dirti che ho aveva quell’indirizzo sulla carta d’identità fino a poco tempo fa. Questa zona una volta era solo collinare e, onestamente, non era così densa (affollata) come lo è oggi. In quegli anni di cui parlo, c’era uno stand qui, un altro là e poco altro”.
Valentín Hernández, residente nel Barrio Nuevo, ricorda le origini del luogo dove vive da molti anni: “Tutta la zona dalla Cueva Roja in giù apparteneva allo Stato. Quindi tutte quelle persone hanno iniziato a costruire case per poter vivere qui. In questo posto ci sono gomeros, herreños, palmeros… Nel Barrio Nuevo c’è tutto”.
Salvadora Torres, residente a La Llavita, parla con nostalgia e molto sentimento di un luogo caro, ma in cui c’erano molte difficoltà per poter andare avanti: “Qui non c’erano scale. Il percorso, per così dire, consisteva nel camminare nel fango e scendere fino in fondo (lo fa notare con la voce rotta)”.
Carmen Medina, residente a Cueva Roja, racconta come furono eseguiti i lavori mentre si costruivano le case a Cueva Roja: “Una volta tutto veniva mescolato insieme (in chiaro riferimento ai materiali utilizzati), e tenendo conto che era incinta di quasi otto mesi e mezzo e vicinissima al parto, con la pancia che si muoveva di qua e di là, ho messo tutto mescolato nei secchi e l’ho dato a mio marito perché potesse fare il tetto.”
Syria Roque, residente a Cueva Roja, ha espresso l’enorme solidarietà e la vera familiarità che esisteva prima nel quartiere: “Se una persona nel Barrio Nuevo si ammalava o una donna stava per partorire, i vicini erano già lì, immediatamente, a pulire casa sua, lavandole i vestiti, facendo il bagno ai bambini, preparandole il cibo, le fecero un acquisto e lo lasciarono a casa sua. Ecco come erano prima gli abitanti di questo quartiere”.
Nel ritratto – Syria @john Gubertini
18 Novembre 2025
E’ un’enclave storica situata proprio sopra a casa mia.
Riporto il testo pubblicato da Caminantes de Aguere.
“La Cueva Roja è attraversata da un tratto del famoso “Camino de Las Lecheras”. Questo percorso veniva utilizzato dagli antichi casari di La Laguna per trasportare le loro mercanzie e barattare il cibo a Santa Cruz de Tenerife. Il percorso partiva dalla Cruz de los Álamos, a Las Mercedes, e terminava nella Recova Vieja, situata accanto a dove attualmente si trova il Teatro Guimerá , a Santa Cruz de Tenerife.
Questo luogo di transito veniva utilizzato essenzialmente per evitare di pagare le tasse di ingresso in città (fielatos). Cueva Roja era il luogo d’ingresso di queste donne nella città di Santa Cruz de Tenerife. Serviva come luogo di sosta, poiché per arrivare qui si attraversavano burroni e passaggi stretti dove non ci si poteva fermare a lungo.
Ma questo luogo storico non risale solo al XIX secolo. Secondo diversi studi storici, si ritiene che già prima del XV secolo gli aborigeni lo utilizzassero per il loro transito dalle valli alla costa.
Il famoso “Camino de Las Lecheras” passa da questo luogo.
Con questa bella iniziativa, l’Associazione del Quartiere Cuevas Rojas vuole sviluppare un piano globale per il recupero di questa grotta. Oggi lo stato di degrado è in aumento. Ha sempre più spazzatura, detriti e rifiuti.
Quelli di noi che hanno percorso il Camino de Las Lecheras sono rimasti sorpresi di arrivare in questo luogo e trovarlo in condizioni così terribili. Riteniamo che sia una mancanza di rispetto verso i vicini e verso chi come noi ama la natura, il fatto che molte persone utilizzino questo luogo come discarica.
Con il recupero di questo storico luogo di transito non ci guadagna solo il quartiere.Vinciamo tutti noi canarini che amiamo la storia e la natura.
Questo ambiente, curato e in buone condizioni, farà sì che sempre più persone percorrano il famoso Camino de las Lecheras e godano di questo spazio e dei suoi incredibili panorami”.
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